Una Storia, tante Storie..Intervista a Luca Piccioni – 24/11/2024

Per il quarto episodio della rubrica Inter Club Torino 1963: una Storia, tante Storie…, domenica 24 novembre abbiamo incontrato Luca Piccioni, storico Socio del Club e figlio del mitico Emidio Bobo Piccioni.

La presenza di Luca all’interno della nostra rubrica storica è legata, fra i vari motivi, all’affascinante storia dei suoi genitori che ci permette di fare un salto indietro nel tempo, unendo di fatto in modo indiretto le vicende dell’Inter Club Torino e dell’Inter Club Napoli.

Ma questa non è appunto l’unica ragione, dato che Luca è uno di quei Soci che portano in alto con orgoglio la propria fede nerazzurra, tanto da aver custodito gelosamente molte immagini dell’epoca in cui il papà era una figura centrale nel direttivo del Club.

 

Papà Emidio Piccioni

Emidio Piccioni nasce ad Ascoli Piceno, ma dopo la perdita del padre si trasferisce in tenera età a Moncalieri.

All’età di 16 anni – racconta Luca – papà Emidio, oltre ad essere un fervente interista, era un ragazzo molto vivace e intraprendente, e decise di andare a vivere da solo. Come se ci fosse la mano del destino nerazzurro a guidarlo, va a vivere in un pensionato collocato esattamente sopra la sede storica dell’Inter Club Torino, il Bar Marconi.

Siamo tra il 1969 e il 1970, ed è appunto in questa fascia temporale che inizia l’avventura di Emidio all’interno del Club, sotto il controllo benevolo del presidentissimo, Amerigo “Barba” Bongiorno.

 

Emidio diventa Bobo

Emidio ama profondamente l’Inter, e il suo idolo assoluto è il centravanti Roberto Boninsegna, detto appunto Bobo.

Era talmente sfegatato nel sostenere il bomber nerazzurro che presto all’interno dell’Inter Club Torino tutti iniziano a chiamarlo “Bobo”. Ed è questa di fatto l’origine del soprannome che si porterà dietro per tutta la vita.

“Bobo” Piccioni diventa presto un riferimento all’interno del gruppo giovanile del Club denominato i Giovani Leoni.

Chiunque abbia frequentato il Bar Marconi negli anni 70 conosceva “Bobo”, ma quasi nessuno sapeva chi fosse Emidio.

E nell’archivio fotografico storico sono innumerevoli le immagini del giovane Bobo che lo immortalano insieme ad altri Giovani Leoni e a soci più anziani, Barba compreso, durante le riunioni al Bar Marconi e le feste organizzate dal Club, mentre sventola la bandiera dell’Inter fuori dal finestrino del bus.

E’ emblematica l’immagine che lo ritrae dietro allo striscione dei Giovani Leoni “Bobo l’implacabile“.

 

Mamma Rosaria Napoli, dall’amicizia tra Club al matrimonio

Rosaria Napoli è una ragazza che vive a Napoli e ha una passione per i colori nerazzurri che condivide con la famiglia, e in particolare per Sandro Mazzola.

Tifare Inter a Napoli non è cosa comune a molti e quindi quando in città viene fondato nel 1975, tra mille peripezie, l’Inter Club Napoli, Rosaria vi aderisce convintamente diventandone poi anche consigliera.

Ma se l’Inter Club Napoli nasce nel 1975, l’amicizia tra fondatori è ancora più antica. Infatti, è in occasione di un incontro fra Inter e Napoli a San Siro il 28 ottobre 1973 che la presidentissima Adriana De Leva, ancora attualmente in carica, incontra i vertici dell’Inter Club Torino.

E non è un caso che in occasione della prima “trasferta” ufficiale del Club campano, il 7 dicembre 1975 per Milan-Inter, i Giovani Leoni dell’Inter Club Torino consegnano ai nuovi amici una Coppa con Diploma.

Tra il 1976 e il 1978 furono molte le occasioni di incontro tra i rappresentanti dei due Club, e proprio grazie a questi incontri tra Rosaria e Bobo scoccò la scintilla.

Furono in totale sette visite, tra i viaggi di papà a Napoli e quelli di mamma a Torino, che portarono al fatidico 4 agosto 1979, quando a Napoli vennero celebrate le nozze fra i miei genitori.

Il classico “auguri e figli maschi” fu preso alla lettera dai due sposini, e infatti il 20 maggio 1980 a Torino nacque Luca, seguito qualche anno più tardi dal fratello Marco.

Luca ci racconta: io sono nato pochi giorni dopo la conquista dello scudetto dell’Inter di Bersellini, mentre mio fratello Marco nell’anno dello scudetto dell’Inter di Trapattoni.

 

Una casa basata sull’Inter

In casa mia la vita era regolata dalle vicende dell’Inter. Da piccolo entravo a San Siro con papà tre ore prima delle partite, in quanto lui era membro del servizio d’ordine dello stadio.

A dimostrazione di quanto raccontato, è emblematica la fotografia di Bobo con a fianco il piccolo Luca.

 

Partite e giocatori

A Luca tornano in mente in particolare due partite, un Inter-Fiorentina 3-0 del 17 aprile 1988 e un Inter-Como 4-0 del 2 aprile 1989, nell’anno dello scudetto dell’Inter dei record di Trapattoni.

Luca ci racconta inoltre che il suo primo idolo è stato Andreas Brehme.

Inoltre, uno dei ricordi più rilevanti per Luca è il fatto che tra papà Bobo e il grande Spillo Altobelli ci fosse molta confidenza.

È capitato più volte che papà tenesse in braccio i figli di Spillo, e che nel frattempo gli riferisse i voti presi sui giornali dopo le partite.

Erano i tempi in cui i tifosi potevano entrare alla Pinetina e addirittura parlare con giocatori e allenatori.

E a proposito di amicizia, Luca ricorda bene di un’incontro a Torino tra papà e lo “Spillo” bianconero, in cui i due si salutarono calorosamente.

 

Via Cecchi ed Enzo Damiano

Bobo era un assiduo frequentatore della sede attuale del Club, il Bar Iris di via Cecchi.

Profondo era il legame umano che lo legava ad Enzo Damiano, che gestiva insieme alla famiglia il bar.

Ho ancora vivo nella mente il ricordo delle riunioni del venerdì, alle quali papà ogni tanto mi portava, così come delle tante domeniche passate in Via Cecchi a vedere le partite trasmesse da Telepiù in compagnia di tante persone che oggi non ci sono più, ma che continuano senza dubbio a seguire la squadra da altre dimensioni.

E non poteva mancare a riguardo un ricordo del nostro secondo presidentissimo, il compianto Aldo Altobelli.

 

Tantissime fotografie

Le fotografie che Luca ha portato con sé per mostrarcele sono incredibilmente belle e numerose.

Con grande generosità e fiducia, ci ha inoltre concesso di poterle scannerizzare, in modo da farle entrare per sempre nell’archivio storico fotografico dell’Inter Club Torino.

La maggioranza delle immagini si riferiscono, come è facile immaginare, a papà Bobo. Vogliamo però segnalare due in particolare, che destano parecchia emozione, in quanto i soggetti immortalati sono sempre gli stessi, ma a trent’anni di distanza.

I protagonisti sono infatti mamma Rosaria e, accanto a lei, il suo idolo Sandro Mazzola.

Se però la prima foto è stata scattata negli anni ’70, dove un giovane Mazzola posa a fianco di una splendida ragazza napoletana, nella seconda, scattata negli anni 2000, le stesse due persone mostrano il passare degli anni perdendo qualcosa in freschezza ma guadagnando molto in eleganza e signorilità, sempre comunque con la passione nerazzurra a fare da sfondo.

 

Adriana De Leva e Beccalossi

Il mio legame con l’Inter Club Napoli lo definirei, per ovvie ragioni, “naturale”, così come il rapporto tra la mia famiglia e Adriana De Leva, che posso assicurare vada ben oltre l’amicizia.

Ed è proprio grazie ad Adriana che Luca riceve un’inaspettata sorpresa.

Condividendo una foto che ritrae Tomas leggere un libro su Beccalossi, ricevo un messaggio da Adriana. Ma non è lei a parlare, bensì Evaristo stesso, che saluta affettuosamente Tomas, come fosse uno zio lontano che si rivolge al nipote che non vede da tempo.

E nel mostrarci il video del Becca, gli occhi di Luca luccicano.

 

Il piccolo Tomas

Ed è proprio Tomas il protagonista della parte finale della nostra intervista. Perché qualsiasi Club può stare sereno se tra le sue fila ci sono giovani che possano permetterne la continuità.

Tomas è infatti gia un Socio junior del Club, e Luca rivela che da grande vuole fare il consigliere dell’Inter Club Torino.

È inoltre con gioia che apprendiamo che l’esperienza sul nostro pullman in occasione del recente Inter-Venezia è molto piaciuta. È stato pertanto doveroso per il nostro Club inserire tra le immagini del calendario 2025 anche quella che ritrae Luca in compagnia di Tomas e Marco con lo stadio Meazza alle spalle.

 

Il momento dei saluti

La storia di Luca e della sua famiglia è intrisa della storia dell’Inter, dell’Inter Club Napoli e dell’Inter Club Torino.

In occasione della conquista della seconda stella – rivela Luca – ha comprato allo store dell’Inter una maglia da gara con il numero 20,  e sopra il numero ha fatto incidere “Rosaria e Bobo”.

Di certo vedere quella maglia ha suscitato in tutti noi sentimenti contrastanti, ma dall’iniziale tristezza si è passati all’ammirazione per un figlio che con tanta forza è capace di ricordare e onorare i suoi genitori.

Luca e Tomas sono nostri affezionati Soci, pertanto il saluto si trtramuta in un arrivederci a presto, sul bus, sugli spalti o ai nostri eventi.

Un doveroso ringraziamento va Luca, per averci raccontato e documentato la vita dei suoi fantastici genitori che non potevano che generare degli appassionati nerazzurri come lui e il fratello Marco. E siamo certi che anche il piccolo Tomas porterà avanticon orgoglio la gloriosa storia nel Club della famiglia Piccioni.

 

Inter Club Torino 1963

Una Storia, tante Storie..Intervista ad Antonio Sabato – 08/11/2024

Per il terzo episodio della rubrica Inter Club Torino 1963: una Storia, tante Storie…, venerdì 8 novembre abbiamo incontrato Antonio Sabato, storico Socio del Club.

Antonio ci ha aperto le porte della sua casa milanese, da cui fa la spola con Lecce proprio per poter seguire da vicino le gare casalinghe dell’Inter.

L’accoglienza ricevuta è stata tipica di una persona umanamente eccezionale, che emana una sana passione per i colori nerazzurri e un attaccamento sincero ed indissolubile per l’Inter Club Torino, e grazie alla quale ci siamo tutti arricchiti di tantissime informazioni preziose.

 

Un tesoro made in Lecce

Antonio ha portato in dono dalla sua casa di Lecce un vero e proprio tesoro storico, composto da moltissimi numeri della rivista Inter Football Club oltre ad una moltitudine di articoli di giornale.

Ma non è tutto, in quanto ci è anche stata consegnata altra documentazione storica, donata da Rodolfo D’Elia – che attualmente abita vicino a Lecce ed è stato uno dei primi soci del nostro Club.

Ed è impossibile esprimere a parole e mettere nero su bianco la gioia e la gratitudine nel vedere e nel poter usufruire di tale materiale, tramite il quale sarà ancora più agevole risalire e condividere la gloriosa storia del Club.

 

L’iscrizione al Club

Antonio nasce a Lecce, ma quando ha due anni la famiglia si trasferisce a Torino, dove cresce e sviluppa fin da bambino una passione sfrenata per l’Inter.

Agli inizi degli anni ’70 è ancora un ragazzino, e scopre che in Corso Marconi 3, presso il bar Marconi, c’è la sede dell’Inter Club Torino. Un giorno decide quindi di andarci e giunto di fronte alla porta di ingresso si affaccia timidamente e, come ci racconta visibilmente emozionato, viene subito attratto, come da una calamita, dalla carismatica figura del presidente del club, Amerigo Bongiorno, il celebre Barba.

Da quel momento, Antonio diventa Socio a tutti gli effetti del sodalizio nerazzurro di Torino.

 

I Giovani Leoni

Vista l’età, il Barba indirizza Antonio nel gruppo giovanile dell’Inter Club Torino, gli ormai famigerati Giovani Leoni.

Sono tante le figure che Antonio ci racconta far parte, e soprattutto spiccare, nel gruppo; tra le altre, Rosi ed Emanuela Martucci, Julia e Dante Vermena, Emidio “Bobo” Piccioni e Aldo Altobelli.

Quando ci parla dei Giovani Leoni i suoi occhi si illuminano e ci troviamo di fronte ad un fiume in piena di ricordi, sentimenti, emozioni e amore profondo. Si capisce come lo storico gruppo giovanile del Club ha rappresentato una parte importante della sua vita, con ricordi indelebili nella sua mente riferiti a persone e avvenimenti.

Dal suo racconto appassionato è chiaro ed evidente che il bar Marconi e l’Inter Club Torino hanno rappresentato, negli anni ’70 e ’80, un punto di riferimento fondamentale per gli interisti e non solo, favorendo l’integrazione sociale di tante persone provenienti da tutte le regioni italiane e la nascita di rapporti e amicizie che non di rado si sono trasformate in matrimoni e che rimangono intatte a distanza di decenni.

 

Le riunioni del venerdì sera e la cantina

Il venerdì sera si teneva, con appuntamento fisso, la riunione del Club presso il bar Marconi, soprattutto in occasione del weekend che avrebbe visto l’Inter impegnata in una gara casalinga.

E a tal proposito, Antonio ci racconta un curioso aneddoto.

Vicino al bancone del bar c’era una botola che, una volta aperta, permetteva di accedere, tramite scalini, ad una cantina dove erano depositati gli striscioni, le bandiere e i tamburi del Club, oltre alle sedie necessarie ai tanti soci che partecipavano alle riunioni.
Noi ragazzi davamo una mano a portar su queste sedie tramite il passamano, e il tavolo da ping pong del bar veniva adibito a scrivania presidenziale.

Antonio ricorda come le riunioni fossero vivaci, partecipate e appassionate. Le posizioni dei Soci erano varie e anche diverse tra loro, ma alla fine si giungeva sempre ad una soluzione accettata da tutti.

 

Il Barba, che carisma

Il Barba era una potenza, e a Milano comandava.

Poche e semplici parole da parte di Antonio, puntualizzando che solo chi come lui ha visto determinate cose può capire il senso della sua frase.

Quando arrivava al cancello 27 o 28 di San Siro, gli addetti allo stadio si mettevano a sua disposizione e lasciavano passare tutti quanti lo accompagnavano. Lui si limitava a dire: “loro sono con me”.

Per meglio comprendere il peso di Amerigo Bongiorno, basta considerare che al termine delle partite era solito accompagnare tre o quattro soci del Club all’interno dello spogliatoio dell’Inter.

Antonio ci descrive inoltre due episodi, indelebili nella sua memoria, emblematici dello stretto legame tra lo storico presidente dell’Inter Club Torino e la società nerazzurra. Li riportiamo nei paragrafi di seguito.

 

2 gennaio 1977: la tripletta di Muraro

Il 2 gennaio 1977 a San Siro, l’Inter gioca contro la Roma ed Antonio è come sempre presente alla partita con il pullman dell’Inter Club Torino. La partita termina 3-0, decisa da una tripletta di Carletto Muraro (guarda gli highlights).

Ricordo quella giornata come se fosse oggi. Io ed altri Soci tornammo sul bus infreddoliti a causa della neve, pronti per il viaggio di ritorno. Non potete immaginare la scena che ci si presentò da lì a pochi istanti davanti agli occhi: il Barba, con dietro di lui l’eroe della giornata, quel Muraro che aveva appena castigato i giallorossi.

Scene oggi impensabili, che dimostrano ancora una volta come i tempi siano indiscutibilmente cambiati anche nel rapporto fra i tifosi ed i calciatori.

 

Cena a sorpresa

Un giorno al bar Marconi, il Barba si rivolse a me ed altri ragazzi: “stasera alle 19 fatevi trovare qui che vi porto in un posto”. Alla richiesta di dettagli, il Barba ribadì: “voi fatevi trovare in orario e non preoccupatevi”.

Arrivati all’appuntamento, i ragazzi salirono in auto e Bongiorno li portò in un ristorante torinese.

Dopo esserci accomodati ad un tavolo, vedemmo arrivare il grande Benito “Veleno” Lorenzi. Inutile dire che furono una cena e una serata indimenticabili.

 

Il gemellaggio con Groppello Cairoli

Il primo gemellaggio ufficiale che ha visto protagonista l’Inter Club Torino è quello con l’ormai scomparso Inter Club Groppello Cairoli, datato 25 maggio 1976.

A testimoniarlo ci sono le immagini scattate in occasione del suggellamento dell’amicizia, dove Antonio indossa la maglietta dei Giovani Leoni a fianco di Graziano Bini, Mariolino Corso e Giuseppe Chiappella.

Ma non solo, perché a quella giornata parteciparono tantissime persone, e le fotografie esprimono gli innumerevoli bei momenti vissuti in nell’occasione.

 

Il piede sinistro di Dio

Una delle fotografie scattate in occasione del suddetto gemellaggio è quella con Mariolino Corso, il piede sinistro di Dio. Su quella foto c’è un autografo, dello stesso Corso.

Antonio precisa: Corso non autografò quella foto durante la giornata di Groppello Cairoli. La sua firma l’ho recuperata in occasione della visita che lo stesso Mariolino fece all’Inter Club Salice Salentino, del quale per un periodo sono stato membro e tesoriere.

 

La casa natale del Barba e il Gianduja d’oro a Facchetti

C’è una fotografia particolare che ritrae un gruppo numeroso di Soci in uno spiazzo con due pullman parcheggiati alle spalle. In mezzo alla moltitudine di persone, Antonio ci indica la presenza del presidente dell’Inter dell’epoca, Ivanoe Fraizzoli, con l’inseparabile consorte lady Renata, e ci spiega che quella foto fu scattata nei pressi della casa natale del Barba.

Era il 25 aprile 1977, e quel giorno l’Inter Club Torino assegnò e consegnò il premio Gianduja d’oro a Giacinto Facchetti.

Bongiorno organizzò per l’occasione una visita alla propria madre: tutti i partecipanti, coniugi Fraizzoli compresi, entrarono in fila in casa salutando la signora con un semplice “Forza Inter” e una stretta di mano, ricevendo come risposta un saluto e un ricambiato “Forza Inter”.

Ovviamente, a coronamento della giornata non mancano le fotografie di Facchetti che riceve il premio presso il ristorante Mago di Caluso, dove per l’occasione dove fu organizzata una cena.

 

Un archivio fotografico importante

Antonio ci mostra poi varie fotografie scattate all’interno del bar Marconi, una sua foto in compagnia di Giuseppe Meazza e una fantastica immagine che lo ritrae sugli spalti gremiti del vecchio San Siro in occasione di un derby, ancora con soli due anelli.

C’è anche una fotografia che immortala i famosi tamburi dei Giovani Leoni in azione sugli spalti, dove in compagnia di Antonio si riconoscono Rosi Martucci, Emanuela Martucci e Aldo Altobelli.

È impossibile menzionare tutte le fotografie che Antonio descrive (e che abbiamo immortalato per arricchire l’archivio storico del Club), ma ve ne sono altre due molto significative che ci portano ai giorni nostri e dimostrano il legame indissolubile tra Antonio e l’Inter Club Torino.

La prima è stata scattata a Lecce, con Antonio in compagnia del nostro storico ex presidente Aldo Altobelli in occasione di un recente Lecce – Inter.

La seconda è stata scattata a Caluso, in occasione della festa per il 60°anniversario dell’Inter Club Torino, e ritrae Antonio in compagnia di altri due Giovani Leoni, Claudio Falletto e Beppe “Scattolin“.

 

Il momento del congedo

E’ davanti ad una buona pizza che ci congediamo calorosamente da Antonio.

Sulla strada del ritorno l’emozione è ancora viva e cresce in noi una piacevole consapevolezza di aver fatto un altro, grosso passo avanti nella ricostruzione della storia dell’Inter Club Torino.

Grazie Antonio per il calore umano, per il preziosissimo materiale e, soprattutto, per tutte le immagini e i racconti storici che ci hai regalato.

 

Inter Club Torino 1963

 

Una Storia, tante Storie..Intervista ad Angelo Della Malva – 25/10/2024

Per il secondo episodio della rubrica Inter Club Torino 1963: una Storia, tante Storie…, venerdì 25 ottobre abbiamo incontrato Angelo Della Malva, storico consigliere del Club fra gli anni ’60 e ’80.

Una passeggiata su Corso Marconi, che per il Club è casa, infarcita da tanti ricordi ed emozioni. Il passato ed il presente che si fondono con la passione per i colori nerazzurri a fare da sfondo.

Angelo è stato uno dei primi affiliati al Club, testimonianza ne è la tessera numero 11 in suo possesso, che orgogliosamente e gelosamente conserva nel cassetto degli oggetti più cari.

 

Il Bar Marconi

Dato il luogo dell’incontro, è d’obbligo una visita alla prima sede storica dell’Inter Club Torino, quel Bar Marconi che tanti tifosi nerazzurri ha accolto e raccolto nel corso degli anni, guidato da Amerigo Bongiorno, il mitico Barba.

Nonostante i lavori in corso – il locale è attualmente in ristrutturazione, diventerà un ristorante – siamo riusciti ad entrare nella sala d’ingresso, dove è ancora presente il bancone degli anni ’50 che proprio Angelo ci conferma essere quello originale.

Ci trovavamo qui ogni venerdì – ci dice Angelo. Questo era il luogo di incontro per me e per tanti altri amici, che condividevano la fede nerazzurra. Io ho sempre frequentato corso Marconi ed il Bar, anche quando non vivevo qui vicino venivo di continuo da queste parti perché qui era la sede del Club. Il Barba era uno di noi, davvero una brava persona.

Il Bar aveva anche una squadra di calcio, ovviamente la maglietta era a tinte nerazzurre come quella dell’Inter. Ricordo che l’allenatore era tifoso del Torino.

Oggi la sede del Club si è spostata in via Cecchi, dove Angelo ci racconta di essere passato varie volte complice la vicinanza dell’abitazione della cugina. Ma il richiamo delle vecchie radici è molto forte.

Mi manca tantissimo il Bar Marconi, ma mi rendo conto che tutte le storie prima o poi finiscono…

 

I bus partivano proprio da qui

All’epoca corso Marconi era il punto di partenza di tutti i tifosi interisti diretti a Milano, data la presenza della sede del Club. Angelo ce lo conferma.

Qui si fermavano tanti pullman, si posizionavano lungo la strada per far salire tutti i tifosi e poi si partiva verso Milano. Molto spesso qualcuno arrivava da fuori (Asti in particolare), ed allora ci si incontrava con loro dove si prendeva l’autostrada e poi proseguivamo verso Milano. Anche il Milan Club viaggiava con noi, c’era amicizia e rispetto.

La mia famiglia era molto numerosa, ed eravamo così tanti che riuscivamo da soli a riempire un intero bus. Eravamo quattro fratelli con le rispettive famiglie, e poi i nipoti, i cugini…personalmente mi occupavo anche di distribuire bibite e panini durante il viaggio.

 

Un punto di riferimento per tutti

Angelo ci ribadisce più volte con fierezza di essere stato un punto di riferimento per il Club e tutti i Soci, soprattutto per quanto riguarda il recupero dei biglietti per andare a vedere l’Inter a Milano.

Molto spesso ci telefonavano da tutte le parti d’Italia per avere i biglietti e poter andare allo stadio. Il Barba dava, fra gli altri, mandato a me di recuperarli, ed io partivo anche da solo per andare a Milano a prenderli. Anche il presidente Moratti (Angelo, ndr) ogni tanto ci regalava i biglietti.

Originario della Puglia, Angelo ci ricorda anche i tanti cimeli che ha dato ai suoi conterranei.

Quando scendevo a Vico del Gargano, mio comune d’origine, portavo sempre tante sciarpe e vario materiale nerazzurro da distribuire ai miei compaesani tifosi dell’Inter.

Eravamo tanti del sud, gente da Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata. L’appartenenza al Club ci ha aiutato a integrarci in città. Addirittura nel ’65 la Stampa Sera di Torino scrisse un articolo riportante come l’Inter in città avesse superato la Juventus per numero di tifosi.

 

I personaggi dell’epoca

Ho conosciuto tante personalità legate all’Inter – racconta orgogliosamente Angelo. Qui a Torino ho potuto incontrare Bordon e Fraizzoli, Facchetti, Meazza con la moglie. Anche Sandrino Mazzola ed Helenio Herrera.

Facchetti era come un amico. Ricordo anche con affetto Mario Corso, affabile e alla buona. Suarez invece stava un po’ sulle sue ma poi ci ripagava in campo.

Ma anche tanta gente del Club, oltre il Barba. Giagnone, Cugnasco, La Cecilia, Catalano (leggi la nostra intervista), Di Caro…

Scorrendo le foto che gli mostriamo, molti altri volti vengono in mente ad Angelo, addirittura ad un tratto esclama “mio cugino!”, e ci spiega che con la famiglia allo stadio attaccavamo lo striscione dell’Inter Club Torino in alto, nella curva dell’Inter.

 

La passione per l’Inter

Inizialmente Angelo non tifava per nessuna squadra, sono stati alcuni amici a portarlo allo stadio a vedere l’Inter nel 1958.

“Devi venire a vedere il Derby di Milano” mi dicevano, ma io riuscivo solo a pensare “ma cosa è questo Derby?”. Angelo sorride e scava nel cassetto dei ricordi. Il Milan andò in vantaggio con Altafini molto presto, e a quel punto decisi di tifare per la squadra in svantaggio. Alla fine l’Inter pareggiò con Angelillo. Magari se fosse passata in vantaggio l’Inter, forse oggi sarei un tifoso rossonero…

Ma la passione nerazzurra l’ha portata ovviamente anche in famiglia.

Una volta ho visto la partita dell’Inter a casa di mio fratello al mio paese, quando ha segnato mi sono alzato e ho rotto il lampadario per l’esultanza.

 

La trasferta di Vienna

Tanti viaggi fatti insieme al Club, per seguire l’Inter. Ma Angelo ne ricorda una in particolare.

La trasferta più bella è senza dubbio quella di Vienna, per la finale di Coppa dei Campioni 1963-64. Ci hanno trattati tutti benissimo, è stata un’emozione unica e indescrivibile assistere dal vivo alla vittoria dell’Inter.

 

Arriva il momento dei saluti

E’ davanti ad un caffè che Angelo ci saluta, dicendosi contento che la storia del Club stia andando avanti.

C’è però tempo per un’ultima domanda, ovvero dirci in una sola parola cosa per lui ha rappresentato il Club. E la risposta è rapida e veloce: eccezionale.

Come eccezionale è ciò che Angelo e tanti altri sono riusciti a fare nel corso di tutto questo tempo. Portare alto il nome dell’Inter Club Torino in Italia, in Europa e nel Mondo.

 

Inter Club Torino 1963