Per il terzo episodio della rubrica Inter Club Torino 1963: una Storia, tante Storie…, venerdì 8 novembre abbiamo incontrato Antonio Sabato, storico Socio del Club.
Antonio ci ha aperto le porte della sua casa milanese, da cui fa la spola con Lecce proprio per poter seguire da vicino le gare casalinghe dell’Inter.
L’accoglienza ricevuta è stata tipica di una persona umanamente eccezionale, che emana una sana passione per i colori nerazzurri e un attaccamento sincero ed indissolubile per l’Inter Club Torino, e grazie alla quale ci siamo tutti arricchiti di tantissime informazioni preziose.
Un tesoro made in Lecce
Antonio ha portato in dono dalla sua casa di Lecce un vero e proprio tesoro storico, composto da moltissimi numeri della rivista Inter Football Club oltre ad una moltitudine di articoli di giornale.
Ma non è tutto, in quanto ci è anche stata consegnata altra documentazione storica, donata da Rodolfo D’Elia – che attualmente abita vicino a Lecce ed è stato uno dei primi soci del nostro Club.
Ed è impossibile esprimere a parole e mettere nero su bianco la gioia e la gratitudine nel vedere e nel poter usufruire di tale materiale, tramite il quale sarà ancora più agevole risalire e condividere la gloriosa storia del Club.
L’iscrizione al Club
Antonio nasce a Lecce, ma quando ha due anni la famiglia si trasferisce a Torino, dove cresce e sviluppa fin da bambino una passione sfrenata per l’Inter.
Agli inizi degli anni ’70 è ancora un ragazzino, e scopre che in Corso Marconi 3, presso il bar Marconi, c’è la sede dell’Inter Club Torino. Un giorno decide quindi di andarci e giunto di fronte alla porta di ingresso si affaccia timidamente e, come ci racconta visibilmente emozionato, viene subito attratto, come da una calamita, dalla carismatica figura del presidente del club, Amerigo Bongiorno, il celebre Barba.
Da quel momento, Antonio diventa Socio a tutti gli effetti del sodalizio nerazzurro di Torino.
I Giovani Leoni
Vista l’età, il Barba indirizza Antonio nel gruppo giovanile dell’Inter Club Torino, gli ormai famigerati Giovani Leoni.
Sono tante le figure che Antonio ci racconta far parte, e soprattutto spiccare, nel gruppo; tra le altre, Rosi ed Emanuela Martucci, Julia e Dante Vermena, Emidio “Bobo” Piccioni e Aldo Altobelli.
Quando ci parla dei Giovani Leoni i suoi occhi si illuminano e ci troviamo di fronte ad un fiume in piena di ricordi, sentimenti, emozioni e amore profondo. Si capisce come lo storico gruppo giovanile del Club ha rappresentato una parte importante della sua vita, con ricordi indelebili nella sua mente riferiti a persone e avvenimenti.
Dal suo racconto appassionato è chiaro ed evidente che il bar Marconi e l’Inter Club Torino hanno rappresentato, negli anni ’70 e ’80, un punto di riferimento fondamentale per gli interisti e non solo, favorendo l’integrazione sociale di tante persone provenienti da tutte le regioni italiane e la nascita di rapporti e amicizie che non di rado si sono trasformate in matrimoni e che rimangono intatte a distanza di decenni.
Le riunioni del venerdì sera e la cantina
Il venerdì sera si teneva, con appuntamento fisso, la riunione del Club presso il bar Marconi, soprattutto in occasione del weekend che avrebbe visto l’Inter impegnata in una gara casalinga.
E a tal proposito, Antonio ci racconta un curioso aneddoto.
Vicino al bancone del bar c’era una botola che, una volta aperta, permetteva di accedere, tramite scalini, ad una cantina dove erano depositati gli striscioni, le bandiere e i tamburi del Club, oltre alle sedie necessarie ai tanti soci che partecipavano alle riunioni.
Noi ragazzi davamo una mano a portar su queste sedie tramite il passamano, e il tavolo da ping pong del bar veniva adibito a scrivania presidenziale.
Antonio ricorda come le riunioni fossero vivaci, partecipate e appassionate. Le posizioni dei Soci erano varie e anche diverse tra loro, ma alla fine si giungeva sempre ad una soluzione accettata da tutti.
Il Barba, che carisma
Il Barba era una potenza, e a Milano comandava.
Poche e semplici parole da parte di Antonio, puntualizzando che solo chi come lui ha visto determinate cose può capire il senso della sua frase.
Quando arrivava al cancello 27 o 28 di San Siro, gli addetti allo stadio si mettevano a sua disposizione e lasciavano passare tutti quanti lo accompagnavano. Lui si limitava a dire: “loro sono con me”.
Per meglio comprendere il peso di Amerigo Bongiorno, basta considerare che al termine delle partite era solito accompagnare tre o quattro soci del Club all’interno dello spogliatoio dell’Inter.
Antonio ci descrive inoltre due episodi, indelebili nella sua memoria, emblematici dello stretto legame tra lo storico presidente dell’Inter Club Torino e la società nerazzurra. Li riportiamo nei paragrafi di seguito.
2 gennaio 1977: la tripletta di Muraro
Il 2 gennaio 1977 a San Siro, l’Inter gioca contro la Roma ed Antonio è come sempre presente alla partita con il pullman dell’Inter Club Torino. La partita termina 3-0, decisa da una tripletta di Carletto Muraro (guarda gli highlights).
Ricordo quella giornata come se fosse oggi. Io ed altri Soci tornammo sul bus infreddoliti a causa della neve, pronti per il viaggio di ritorno. Non potete immaginare la scena che ci si presentò da lì a pochi istanti davanti agli occhi: il Barba, con dietro di lui l’eroe della giornata, quel Muraro che aveva appena castigato i giallorossi.
Scene oggi impensabili, che dimostrano ancora una volta come i tempi siano indiscutibilmente cambiati anche nel rapporto fra i tifosi ed i calciatori.
Cena a sorpresa
Un giorno al bar Marconi, il Barba si rivolse a me ed altri ragazzi: “stasera alle 19 fatevi trovare qui che vi porto in un posto”. Alla richiesta di dettagli, il Barba ribadì: “voi fatevi trovare in orario e non preoccupatevi”.
Arrivati all’appuntamento, i ragazzi salirono in auto e Bongiorno li portò in un ristorante torinese.
Dopo esserci accomodati ad un tavolo, vedemmo arrivare il grande Benito “Veleno” Lorenzi. Inutile dire che furono una cena e una serata indimenticabili.
Il gemellaggio con Groppello Cairoli
Il primo gemellaggio ufficiale che ha visto protagonista l’Inter Club Torino è quello con l’ormai scomparso Inter Club Groppello Cairoli, datato 25 maggio 1976.
A testimoniarlo ci sono le immagini scattate in occasione del suggellamento dell’amicizia, dove Antonio indossa la maglietta dei Giovani Leoni a fianco di Graziano Bini, Mariolino Corso e Giuseppe Chiappella.
Ma non solo, perché a quella giornata parteciparono tantissime persone, e le fotografie esprimono gli innumerevoli bei momenti vissuti in nell’occasione.
Il piede sinistro di Dio
Una delle fotografie scattate in occasione del suddetto gemellaggio è quella con Mariolino Corso, il piede sinistro di Dio. Su quella foto c’è un autografo, dello stesso Corso.
Antonio precisa: Corso non autografò quella foto durante la giornata di Groppello Cairoli. La sua firma l’ho recuperata in occasione della visita che lo stesso Mariolino fece all’Inter Club Salice Salentino, del quale per un periodo sono stato membro e tesoriere.
La casa natale del Barba e il Gianduja d’oro a Facchetti
C’è una fotografia particolare che ritrae un gruppo numeroso di Soci in uno spiazzo con due pullman parcheggiati alle spalle. In mezzo alla moltitudine di persone, Antonio ci indica la presenza del presidente dell’Inter dell’epoca, Ivanoe Fraizzoli, con l’inseparabile consorte lady Renata, e ci spiega che quella foto fu scattata nei pressi della casa natale del Barba.
Era il 25 aprile 1977, e quel giorno l’Inter Club Torino assegnò e consegnò il premio Gianduja d’oro a Giacinto Facchetti.
Bongiorno organizzò per l’occasione una visita alla propria madre: tutti i partecipanti, coniugi Fraizzoli compresi, entrarono in fila in casa salutando la signora con un semplice “Forza Inter” e una stretta di mano, ricevendo come risposta un saluto e un ricambiato “Forza Inter”.
Ovviamente, a coronamento della giornata non mancano le fotografie di Facchetti che riceve il premio presso il ristorante Mago di Caluso, dove per l’occasione dove fu organizzata una cena.
Un archivio fotografico importante
Antonio ci mostra poi varie fotografie scattate all’interno del bar Marconi, una sua foto in compagnia di Giuseppe Meazza e una fantastica immagine che lo ritrae sugli spalti gremiti del vecchio San Siro in occasione di un derby, ancora con soli due anelli.
C’è anche una fotografia che immortala i famosi tamburi dei Giovani Leoni in azione sugli spalti, dove in compagnia di Antonio si riconoscono Rosi Martucci, Emanuela Martucci e Aldo Altobelli.
È impossibile menzionare tutte le fotografie che Antonio descrive (e che abbiamo immortalato per arricchire l’archivio storico del Club), ma ve ne sono altre due molto significative che ci portano ai giorni nostri e dimostrano il legame indissolubile tra Antonio e l’Inter Club Torino.
La prima è stata scattata a Lecce, con Antonio in compagnia del nostro storico ex presidente Aldo Altobelli in occasione di un recente Lecce – Inter.
La seconda è stata scattata a Caluso, in occasione della festa per il 60°anniversario dell’Inter Club Torino, e ritrae Antonio in compagnia di altri due Giovani Leoni, Claudio Falletto e Beppe “Scattolin“.
Il momento del congedo
E’ davanti ad una buona pizza che ci congediamo calorosamente da Antonio.
Sulla strada del ritorno l’emozione è ancora viva e cresce in noi una piacevole consapevolezza di aver fatto un altro, grosso passo avanti nella ricostruzione della storia dell’Inter Club Torino.
Grazie Antonio per il calore umano, per il preziosissimo materiale e, soprattutto, per tutte le immagini e i racconti storici che ci hai regalato.
Inter Club Torino 1963
Non riesco a commentare perché sono troppo emozionato. Sono troppo felice ringrazio l’Inter club Torino e chi ha deciso questa bellissima iniziativa. Grazie di ❤️ a tutti.